Verifica preliminare. Impianto di videosorveglianza cd. “intelligente” presso il Duomo di Milano

L’Autorità Garante autorizza l’installazione di un sistema di videosorveglianza c.d. ” intelligente” presso il Duomo di Milano (Provvedimento 23 febbraio 2017).
Il sistema è stato progettato al fine di tutelare il patrimonio religioso, storico e artistico della struttura e la sicurezza delle persone (lavoratori, visitatori, fedeli) riducendo al minimo il pericolo concreto del compimento di eventuali reati,  nonché di venire incontro alle raccomandazioni di “massima allerta” provenienti dalle Istituzioni italiane, anche a seguito di una segnalazione del Federal Bureau of Investigation (FBI) che nel 2015 indicava, tra gli altri, il Duomo di Milano come possibile obiettivo di attacchi terroristici.
A questo si aggiunge il fatto che nell’estate scorsa si sia verificato un episodio che ha evidenziato l’inadeguatezza dei controlli in essere, mettendo in luce la necessità di rafforzare le misure di protezione interna a tutela del sito.
L’impianto sarebbe provvisto di 56 telecamere posizionate all’interno della Chiesa in modo da controllare sia gli accessi, sia l’interno nonché la parte interrata della Cattedrale.
Le immagini registrate saranno conservate per 90 giorni, molto oltre il periodo massimo di 7 giorni consentito dal provvedimento del Garante 8 aprile 2010, e l’accesso sarebbe consentito solamente in caso di evento anomalo o forte sospetto di un suo accadimento da parte di un ristretto numero di persone autorizzate, tramite un sistema di autenticazione.
Sarà predisposta specifica cartellonistica prima del raggio d’azione delle telecamere che sarà visibile in ogni condizione di illuminazione ambientale.
Infine, per quanto riguarda il controllo a distanza sull’attività lavorativa, non essendo stato possibile raggiungere un accordo con le rappresentanze sindacali, è stata richiesta l’autorizzazione alla Direzione territoriale del lavoro come previsto dall’art. 4, comma 2, della legge n. 300/1970 (così come modificato dall’art. 23 del D.lgs. n. 151/2015).

(Fonte Garante Privacy)

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